SINOSSI | ‘a festa d’a muntagna: sabato dei fuochi e tre maggio |
Sul “ciglio”, vetta del monte Somma, si ripete annualmente la magia del “Sabato dei fuochi” che dà il via alla “Festa della Montagna”: un appuntamento tra sacro e profano frutto di religiosità popolare, cultura, tradizione, pratiche devozionali per l’amata “Mamma Schiavona”, danze irrefrenabili, incessanti ritmi di tammorre che promuovono cerimonialmente la dimensione altra dell’evento festivo, qualcosa di grande e significativo, uno stato superiore all’ordinario come fase di sospensione del quotidiano.
Si ringraziano le Antiche Paranze del Ciglio: “Sabato dei fuochi” e “3 Maggio”.
‘a festa d’a muntagna: sabato dei fuochi e tre maggio
Idea – Luca Ranieri | Regia Oltrecielo | Fotografia Luigi Scaglione | Montaggio Dalila Milizia, Luca Ranieri, Luigi Scaglione | Presa diretta e Edizione Sonora Luca Ranieri | Operatori Luigi Scaglione, Isabella Insfascelli, Maurizio Venturiero | Assistenti Gennaro Maria Cedrangolo, Roberta Montesano | Fotografi di scena Michele Scala, Alessandro Pone | Ufficio Stampa Alessandro Savoia | Produzione Oltrecielo.com Audio Visual and Performing Arts |
A pochi passi dalle nuvole e dal Vesuvio, di fronte all’incantevole costa Sorrentina, sul “ciglio”, vetta del monte Somma, si ripete da millenni il miracolo e la magia della festa del “Sabato dei Fuochi” che da il via alla cosiddetta “festa della Montagna”. Dal primo sabato dopo pasqua, nel paese di Somma Vesuviana, fino al 3 maggio, si svolge una straordinaria festa civile e religiosa, un appuntamento tra sacro e profano frutto di sovrapposizioni cristiane su più arcaiche forme di religiosità nota come “festa della Montagna” o “festa di Castello” o ancora “festa di divuzione”: tammurriate, pratiche devozionali per la Madonna di Castello, la “mamma Schiavona”, religiosità popolare, cultura, tradizione, devozione e pietà popolare, danze irrefrenabili, incessanti ritmi di tammorre, reversibilità del tempo, promuovono cerimonialmente e periodicamente la dimensione altra dell’evento festivo, qualcosa di grande e significativo, uno stato superiore all’ordinario come fase di sospensione del quotidiano.
“‘a festa d’a montagna” è carica di simbolismi: il fuoco purificatorio diviene strumento per esorcizzare la presenza del vulcano e rievocare leggende e riti della feconda storia vesuviana; l’ascesa al monte o al santuario delle “paranze” che raggiungono la cima del Somma all’alba e discendono a notte alta; il banchetto legato ad un antico rituale dell’abbondanza; i balli contadini e le tammurriate dai ritmi incalzanti; gli arcaici e sacrali canti “a’ figliola” che coinvolgono tutti come in un’unanime preghiera diretta alla vergine di Castello e a chiusura della festa, il rito della “pertica” simbolo e omaggio offerto dai componenti delle paranze alle proprie donne: mentre l’innamorato conferma l’amore per la sua compagna, il cerchio si ricompone e la magia si ripete come il ciclo della vita: straordinario, incredibile, inarrestabile…
Pellegrinaggio – devozione –
Sul “ciglio”, vetta del monte Somma, si ripete annualmente la magia del “Sabato dei Fuochi” che da il via “’a festa d’a montagna”: un appuntamento tra sacro e profano frutto di religiosità popolare, cultura, tradizione, pratiche devozionali per l’amata “mamma Schiavona”, danze irrefrenabili, incessanti ritmi di tammorre che promuovono cerimonialmente la dimensione altra dell’evento festivo, qualcosa di grande e significativo, uno stato superiore all’ordinario come fase di sospensione del quotidiano.